Vol. 12 (2009)
Artículos

La Clementinadi Ramón de la Cruz, Calderón e il tema dell’incesto

Publicado 2023-07-12

Resumen

La Clementina di Ramón de la Cruz y Cano, inclusa nel 1788 dall’autore in apertura del volume V delle sue opere, era stata rappresentata per la prima volta nel coliseo privato della Contessa-Duchessa di Benavente, dietro specifica commissione, nel 1786, anno in cui un decreto reale riavviava la messa in scena di opere musicali anche presso il Teatro de los Caños del Peral. Nella nota introduttiva a una recente edizione della zarzuela, Maria Grazia Profeti sottolineava quanto essa, pur vibrante delle mozioni europeiste e filosofiche di fine Settecento e insaporita di certe «infranciosature» alla moda, fosse debitrice verso i
temi e i procedimenti della tradizione drammatica spagnola dei secoli d’oro. Il tema delle due sorelle di temperamento opposto, che nell’opera di Cruz costituiscono l’esca deflagrante di un generale stato di crisi, è ricorso teatrale di cui si erano già serviti brillantemente autori come Lope de Vega ne La dama boba, o Jacinto de Herrera y Sotomayor in Duelos de honor y amistad. Nella Clementina, gli aspetti irrisolti della dualità femminile, i caratteri contraddittori emergenti sotto i diversi enfoques attuati mediante il giudizio degli altri personaggi finiscono per frantumare in schegge lo specchio rappresentativo nel quale tale duplicità si anima, in rapporto a un ambiente scenicamente ritagliato proprio dall’affrontarsi di quattro coppie di personaggi. Una certa simmetria e complementarietà è stabilita e ravvisabile infatti nel rapporto fra il padre delle ragazze Don Clemente e la governante Doña Damiana, rapporto contraddistinto da un pur difforme senso di responsabilità genitoriale. Il finale soddisfa poi l’attrazione fra il maestro di musica Don Lázaro e la servetta Cristeta, promettendo loro, attraverso il matrimonio, un deciso avanzamento economico e dando atto, sulla scena come nella realtà, di nuove necessarie soluzioni di mobilità sociale.