Tessiture intertestuali. Memorie letterarie in Nubosidad variable di Carmen Martín Gaite
Abstract
Se è vero che ogni opera vive all’interno di una catena ininterrotta di testi, con i quali stabilisce al contempo rapporti di influenza e di imitazione, il gusto per la citazione intertestuale varia, sa va sans dire, di autore in autore e di opera in opera, come variano anche il grado di consapevolezza, esplicitazione e accettazione delle citazioni presenti, che vede da un lato il compiacimento del pastiche erudito e dall’altro quel senso pervasivo di «indebitamento con la tradizione» di chi, come scrive Harold Bloom, sopraffatto dalla presenza dei modelli, teme di non trovare più una lingua propria. L’inclinazione ad assimilare nei propri scritti ipotesti di varia natura si va precisando come una caratteristica saliente della scrittura di Carmen Martín Gaite almeno a partire da Retahílas, che già rivelava, come opportunamente segnalato, un considerevole apporto di materiale intertestuale di natura estremamente eterogenea, destinato a diventare elemento strutturante in quello che a tutt’oggi è considerato il suo capolavoro: El cuarto de atrás.